Il BILANCIO DI SOSTENIBILITA’ noto anche come bilancio sociale o bilancio ambientale, è uno strumento che permette alle imprese e alle organizzazioni di valutare e comunicare in modo completo e trasparente le proprie performance in termini di sostenibilità.

Si tratta di un documento che integra le dimensioni economiche, sociali e ambientali dell’attività aziendale, fornendo una visione globale delle azioni e degli impatti dell’organizzazione. A differenza del tradizionale bilancio finanziario, che si concentra principalmente sugli aspetti economici, il bilancio di sostenibilità considera anche gli impatti sociali e ambientali delle attività aziendali. Esso comprende indicatori e informazioni riguardanti l’efficienza energetica, l’utilizzo delle risorse naturali, le politiche di inclusione e diversità, la gestione dei rifiuti, l’impatto sulla comunità locale e altre tematiche rilevanti per la sostenibilità.

Attraverso il bilancio di sostenibilità, le imprese possono valutare le proprie performance in modo globale, identificare punti di forza e aree di miglioramento, e adottare strategie per promuovere una gestione aziendale responsabile e sostenibile. Inoltre, il bilancio di sostenibilità rappresenta uno strumento di comunicazione che consente alle imprese di trasmettere in modo chiaro e credibile le proprie azioni e risultati in materia di sostenibilità agli stakeholder, come investitori, clienti, dipendenti e comunità locali.

Quali sono i principali indicatori utilizzati nel bilancio di sostenibilità?

Nel bilancio di sostenibilità, gli indicatori utilizzati sono strumenti essenziali al fine di riuscire a misurare e valutare le performance ambientali, sociali ed economiche delle aziende. Questi indicatori forniscono dati quantitativi e qualitativi che consentono alle aziende di monitorare il proprio impatto sulla società e sull’ambiente. Tra i principali indicatori utilizzati nel bilancio di sostenibilità troviamo l’impronta di carbonio, che misura le emissioni di gas serra prodotte dall’azienda; l’uso delle risorse naturali, che include l’acqua, l’energia e i materiali utilizzati; la gestione dei rifiuti, che valuta la quantità e il tipo di rifiuti generati e le relative pratiche di smaltimento; e l’impatto sociale, che considera gli aspetti legati al coinvolgimento delle comunità locali, alla sicurezza dei lavoratori e all’inclusione sociale. Inoltre, altri indicatori importanti includono la diversità di genere e l’equità salariale all’interno dell’organizzazione, l’adozione di politiche etiche e trasparenti, nonché l’impatto positivo sul territorio in termini di sviluppo economico locale. L’utilizzo di questi indicatori nel bilancio di sostenibilità permette alle aziende di identificare aree di miglioramento, definire obiettivi concreti e monitorare i progressi nel tempo. In questo modo, le aziende possono dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità e creare valore sia per sé stesse che per la società nel suo complesso.

Cos’è la CSRD?

La CSRD è una direttiva emanata dell’Unione Europea (UE), la quale è ufficialmente entrata in vigore il 5 gennaio 2023. Essa richiede alle imprese a livello europeo (comprese le filiali UE qualificate di società non europee) di divulgare attraverso uno specifico documento il proprio impatto a livello sociale e ambientale. Queste devono inoltre rendere noto l’impatto delle proprie azioni ambientali, sociali e di governance (ESG) sul business.

Il revisore della rendicontazione di sostenibilità abilitato ai sensi del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 39, appositamente incaricato, esprime con la relazione di cui all’articolo 14-bis del citato decreto legislativo n. 39 del 2010, le proprie conclusioni circa la conformità della suddetta rendicontazione alle norme del presente decreto che ne disciplinano i criteri di redazione, la conformità all’obbligo di marcatura della rendicontazione di sostenibilità, nonché’ circa la conformità all’osservanza degli obblighi di informativa previsti dall’articolo 8 del regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2020.

Il revisore della rendicontazione di sostenibilità, incaricato ai sensi del comma 1, può essere lo stesso revisore legale incaricato della revisione legale del bilancio o un diverso revisore legale.

Cosa cambia in Italia con il recepimento della direttiva CSRD?

Il concetto di bilancio sostenibile è diventato sempre più rilevante negli ultimi anni, poiché le imprese e le organizzazioni si sono rese conto dell’importanza di integrare le dimensioni sociali, ambientali ed economiche nelle loro strategie aziendali. In linea con questa tendenza, l’Unione Europea ha adottato la Direttiva (UE) 2022/2464, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che mira a promuovere la trasparenza e la responsabilità delle imprese in materia di sostenibilità.

Il 30 agosto 2024 rappresenta una data importante per l’Italia, poiché segna il termine per il recepimento della Direttiva CSRD nel sistema giuridico nazionale. Il governo italiano ha lavorato attivamente per adeguare la legislazione nazionale alle disposizioni della direttiva europea al fine di garantire un’adeguata implementazione delle nuove norme in materia di bilancio sostenibile. La Direttiva CSRD richiede alle imprese di una certa dimensione di pubblicare informazioni sulle questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) che riguardano le loro attività. Queste informazioni devono essere incluse nel bilancio sostenibile, che diventa uno strumento chiave per valutare le prestazioni sostenibili delle imprese.

La direttiva inoltre introduce l’obbligo di redigere il bilancio e la relazione sulla gestione in formato XHTML e di contrassegnare tramite tag le informazioni sulla sostenibilità. questo sistema definito di “marcatura digitale” sarà altamente connesso alla implementazione del “Punto di accesso unico europeo” (ESAP).

Le aziende a cui viene e verrà richiesto il bilancio di sostenibilità aumentano sostanzialmente grazie a questa direttiva. Rispetto alla normativa precedente, a livello europeo, si passerà da 11.600 imprese a circa 49.000 imprese a livello europeo. Di queste 49.000 imprese, 7.000 circa, sono italiane.

Quali sono le imprese che devono e dovranno presentare il bilancio di sostenibilità?

Le imprese che devono e dovranno presentare il bilancio di sostenibilità dipendono dalle normative vigenti nel paese di riferimento. Tuttavia, una tendenza comune è quella di richiedere il bilancio di sostenibilità alle imprese di una certa dimensione o con un impatto significativo sull’ambiente e sulla società. Ecco alcuni esempi di imprese che sono e saranno coinvolte:

  • a partire dall’esercizio finanziario che inizia il 01.01.2024 (o data successiva) le grandi imprese e le imprese madri di grandi gruppi con oltre 500 dipendenti, gli enti di interesse pubblico e i soggetti già tenuti all’obbligo di pubblicare la dichiarazione non finanziaria secondo il regime precedente sono obbligati a presentare il bilancio di sostenibilità a partire dall’esercizio finanziario.
  • all’avviarsi dell’esercizio finanziario che inizierà dal 01.01.2025 (o data successiva) le grandi imprese non quotate che alla chiusura dell’esercizio (su base individuale o consolidata) abbiano superato almeno due dei seguenti requisiti dimensionali: 250 numero medio di dipendenti: stato patrimoniale >25 milioni di euro; ricavi netti > 50 milioni di euro; 
  • a decorrere dal 01.01.2026 (o data successiva) le piccole e medie imprese quotate, enti creditizi piccoli e non complessi e le imprese di assicurazione captive e le imprese di riassicurazione captive;
  • a partire dal giorno 01.01.2028 (o data successiva) imprese al di fuori dell’UE che attuano delle prestazioni superiori a 150 milioni di euro all’interno Comunità Europea, se possiedono almeno un’impresa figlia o una succursale nell’UE.

In data attuale, le linee guida maggiormente riconosciute sono quelle della Global Reporting Initiative (GRI), la quale propone una lista di standard – GRI Standard – per esprimere il proprio impatto sulla comunità dal punto di vista ambientale, sociale e di governance.

Quali sono i benefici arrecati dal recepimento della direttiva CSRD?

L’adozione del bilancio sostenibile offre numerosi vantaggi per le imprese. Innanzitutto, consente loro di valutare e migliorare le proprie prestazioni in termini di sostenibilità, identificando aree di miglioramento e adottando misure correttive.

Inoltre, il bilancio sostenibile può aumentare la fiducia degli investitori, dei clienti e degli altri stakeholder, dimostrando l’impegno dell’impresa verso la sostenibilità e la responsabilità sociale.

In conclusione, possiamo affermare che il recepimento della Direttiva (UE) 2022/2464 in Italia rappresenta un passo importante verso la promozione del bilancio sostenibile e della responsabilità delle imprese. Il bilancio sostenibile diventa uno strumento fondamentale per valutare le prestazioni sostenibili delle imprese italiane e per promuovere la trasparenza e la responsabilità aziendale. Le imprese devono adottare un approccio strategico e integrato per garantire l’accuratezza e la veridicità delle informazioni riportate nel bilancio sostenibile, al fine di massimizzare i benefici derivanti da una gestione sostenibile delle loro attività.

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