Il rischio sismico: cos’è?
Il rischio sismico, determinato dalla combinazione di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione, è la misura dei danni attesi in un intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti).
L’Italia ha una pericolosità sismica medio-alta (per frequenza e intensità dei fenomeni), una vulnerabilità molto elevata (per fragilità del patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale, produttivo e dei servizi) e un’esposizione altissima (per densità abitativa e presenza di un patrimonio storico, artistico e monumentale unico al mondo). La nostra Penisola è dunque a elevato rischio sismico, in termini di perdite umane, danni alle costruzioni e costi diretti e indiretti attesi in seguito a un terremoto.
L’Italia, vista la sua conformazione geologica, è stata suddivisa in diverse zone sismiche al fine di indicarne il livello di rischio sismico, da quelle a più alto rischio a quelle a rischio minore. Questa classificazione aiuta a determinare le misure di prevenzione e i criteri costruttivi necessari per garantire la sicurezza delle strutture. In termini generali, le zone sismiche vengono categorizzate da 1 a 4 dove 1 rappresenta l’area con il più alto rischio sismico e 4 quella con il rischio più basso. Questa suddivisione è fondamentale per la pianificazione urbana e per l’adozione di standard costruttivi adeguati, assicurando così che nuove costruzioni e ristrutturazioni di edifici esistenti siano realizzate con criteri antisismici specifici per la zona di appartenenza, aumentando la resilienza delle infrastrutture e la sicurezza dei cittadini.
Il rischio sismico: esistono zone “non a rischio”? Cosa devono fare colore che si trovano in una zona a rischio?
Non esiste più alcuna zona del territorio nazionale “non a rischio”. Valutare l’entità del rischio derivante dall’evento sismico presuppone una valutazione della sicurezza delle costruzioni esistenti.
Il rischio derivante dalla sismicità del territorio deve essere valutato e recepito nel DVR che deve contenere le apposite misure di prevenzione e di protezione attuate, i dispositivi di protezione collettivi e individuali adottati a seguito della valutazione, nonché le procedure per la concretizzazione delle misure da realizzare.
Il rischio sismico: quali sono i riferimenti nell’81/08?
Di seguito troviamo gli articoli della legge 81/2008 che si riferiscono direttamente o indirettamente al rischio sismico sono:
Art. 15: l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico
Art. 17, c. 1: “Il datore di lavoro deve effettuare la valutazione di tutti i rischi”
Art. 63, c. 1: “I luoghi di lavoro devono essere conformi ai requisiti indicati nell’Allegato IV” Allegato IV, punto 1.1.1 “Gli edifici che ospitano i luoghi di lavoro o qualunque altra opera e struttura presente nel luogo di lavoro devono essere stabili e possedere una solidità che corrisponda al loro tipo d’impiego ed alle caratteristiche ambientali”.
Art 64 comma 1, lettera c): “Il datore di lavoro provvede affinché i luoghi di lavoro […] vengano sottoposti a regolare manutenzione tecnica e vengano eliminati, quanto più rapidamente possibile, i difetti rilevati che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori”.
Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), prescritto dal Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/08) quindi, è lo strumento attraverso il quale si identificano e si gestiscono i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, inclusi quelli derivanti da eventi sismici.
Rischio sismico: quali sono i requisiti del luogo di lavoro?
Gli edifici che ospitano i luoghi di lavoro devono essere stabili e possedere una solidità che corrisponda alle caratteristiche d’impiego ed alle caratteristiche ambientali. Se queste (sisma, vento, neve e temperatura) cambiano è necessario adeguare le strutture in relazione a tale cambiamento.
Anche gli interventi di manutenzione hanno lo scopo di garantire il livello di sicurezza.
Come menzionato in precedenza l’art. 29 del D.Lgs 81/08 richiede che la valutazione dei rischi venga rielaborata in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione. Le evoluzioni tecnico scientifiche permettono oggi di effettuare delle valutazioni ed interventi di adeguamento sismico molto efficaci.
Il rischio sismico: quali sono le fasi della valutazione?
Sono tre le fasi per formare un allegato riguardante il rischio sismico.
- Fase conoscitiva
- Fase valutativa
- Fase programmatica
Di seguito ogni fase trattata nel dettaglio.
“Fase conoscitiva”: è la prima fase ed è costituita da un’indagine conoscitiva e ricognitiva sia dello stato dell’edificio che degli elementi non strutturali. In questa fase avviene la raccolta di informazioni relative all’edificio quali:
- l’anno di costruzione (pre/post classificazione sismica);
- il progetto strutturale (dettagli costruttivi, tecnologie costruttive, materiali, ecc ecc);
- l’eventuale presenza di certificazioni (conformità sismica, collaudo statico, agibilità, ecc ecc.);
- lo stato di manutenzione;
- la classificazione sismica del territorio.
La raccolta delle informazioni anagrafiche e generali è seguita da una fase di rilevazione delle informazioni di carattere strutturale. Questa fase comprende:
- il rilievo geometrico strutturale (compresi gli eventuali interventi strutturali subiti dall’edificio negli anni);
- i dettagli costruttivi;
- l’elenco degli elementi non strutturali rilevanti per la sicurezza (mobili, arredi scaffalature, controsoffitti, cornicioni, ecc);
- il censimento degli impianti;
- il rilievo materico (ossia l’analisi dei materiali utilizzati per la costruzione e le loro caratteristiche).
“Fase valutativa”: è la fase n°2 ed è costituita dall’identificazione di eventuali dissesti o vulnerabilità strutturali e non strutturali rilevanti ai fini della sicurezza.
In questa fase è necessario provvedere all’integrazione del DVR con la valutazione del rischio associato al Pericolo Sismico: è indispensabile eseguire un’analisi che prenda in considerazione tutti i parametri di sicurezza dei vari elementi. Deve inoltre evidenziare per ciascuno di essi eventuali indicatori di vulnerabilità determinando infine un esito in termini di valutazione del Rischio Sismico del luogo di lavoro. Questo esito verrà preso in considerazione nella fase successiva.
“Fase programmatica”: basandosi sull’esito della valutazione del rischio sismico bisogna procedere con un’adeguata pianificazione delle metodologie da utilizzare al fine di ridurre il più possibile i fattori di rischio, quali:
- la predisposizione di specifiche procedure di intervento in caso di evento sismico;
- l’integrazione dei Piani di Emergenza;
- la predisposizione di misure per la messa in sicurezza degli elementi non strutturali;
- la pianificazione di possibili interventi di miglioramento dei livelli di sicurezza degli elementi strutturali e non strutturali nei casi in cui la valutazione dei rischi lo ritenga necessario.
Il rischio sismico: miglioramento strutturale dei capannoni
In Italia, la sicurezza sismica dei capannoni industriali riveste un’importanza cruciale, specialmente nelle zone ad alto rischio sismico come il Nord Est prealpino e l’Appennino centrale.
La valutazione del rischio e la necessità di intervento si basano su criteri chiari:
- Anno di costruzione: capannoni realizzati prima del 2008, seguendo normative antisismiche oggi considerate insufficienti.
- Normative in vigore: le NTC 2018 costituiscono il riferimento per la sicurezza sismica, imponendo standard elevati tanto per le nuove costruzioni quanto per l’adeguamento di quelle preesistenti.
- Zona sismica: la localizzazione gioca un ruolo determinante; le aree a maggiore rischio sismico richiedono maggiore attenzione nella valutazione della sicurezza degli edifici.
Il miglioramento sismico dei capannoni non è solamente una misura di prevenzione: è un investimento nella continuità operativa e nella sicurezza delle risorse umane e materiali. Le aziende situate in aree a rischio sismico devono valutare attentamente la propria situazione e considerare gli interventi necessari per adeguarsi alle normative vigenti, garantendo così un ambiente di lavoro sicuro e conforme agli standard attuali.