Cos’è lo stress lavoro correlato?

Il National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) fornisce una descrizione approfondita e tecnica dello stress lavoro-correlato, definendolo come una condizione che si manifesta quando le richieste professionali superano le capacità, le risorse o le necessità del lavoratore. Questo squilibrio porta a reazioni fisiche ed emotive dannose, che incidono significativamente sul benessere del dipendente.

Un’altra definizione accurate è quella che viene data nell’Accordo quadro europeo del 2004. In questo documento lo stress lavoro-correlato (SLC) viene definito come “una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro”. 

Quanto è importante mantenere dei livelli di stress bassi sul luogo di lavoro?

L’importanza dell’ambiente lavorativo, come fattore di rischio per la salute, è confermata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che stima che uno su quattro lavoratori sia affetto da problematiche legate allo stress occupazionale. Questo dato sottolinea l’impatto che un contesto lavorativo problematico può avere sulla salute psicofisica delle persone e sul loro benessere generale.

Le cause delle problematiche sul posto di lavoro vanno oltre i singoli individui e comprendono fattori sociali e organizzativi. Le assenze per malattia sono frequentemente correlate a disagi che hanno radici in un ambiente di lavoro poco sano, e ciò si riflette non solo sulla persona che si assenta, ma anche sull’intera organizzazione. Tra le cause più comuni di malattia e di turnover del personale si trovano insoddisfazione riguardo alle prospettive economiche e professionali, conflitti interpersonali con superiori e colleghi, e una gestione inefficace del lavoro.

Quando il carico di lavoro e le aspettative aziendali non sono in equilibrio con le capacità e le risorse individuali, si crea un disallineamento che può provocare malesseri fisici e psicologici. I lavoratori iniziano a percepire il proprio ruolo come un ostacolo insormontabile, con conseguente calo delle performance e della motivazione. Spesso, i dipendenti non riescono ad esprimere il proprio disagio, sia per paura di ripercussioni, sia per una difficoltà intrinseca nel riconoscere o manifestare il proprio stress.

Quali sono le normative riguardanti lo stress lavoro correlato?

A partire dal gennaio 2011 (data in cui è anche stata pubblicata la conseguente Metodologia per la valutazione e gestione del rischio SLC, aggiornata nel 2017) il Decreto Legislativo 81/08 impone alle aziende di effettuare una valutazione del rischio da stress lavoro-correlato. Tale obbligo non deve essere visto come un onere, ma come un’opportunità per migliorare le condizioni lavorative e per raggiungere migliori risultati a livello organizzativo. Un ambiente di lavoro che presta attenzione al benessere dei propri dipendenti, infatti, favorisce non solo la salute dei lavoratori, ma anche la produttività e la fidelizzazione.

Come precedentemente menzionato l’obiettivo principale della valutazione del rischio SLC è l’identificazione di eventuali criticità relative a fattori di Contenuto del lavoro (carico di lavoro, orario, pianificazione dei compiti, ecc.) e Contesto del lavoro (ruolo, autonomia decisionale, rapporti interpersonali, ecc.) presenti in ogni tipologia di azienda e organizzazione, che se mal gestiti possono far emergere condizioni di Slc nei lavoratori. A partire dall’analisi dettagliata delle criticità emerse, le aziende dovranno implementare un’adeguata gestione del rischio, attraverso l’attuazione di specifiche misure correttive e preventive, al fine di migliorare le condizioni di lavoro e i livelli di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, impattando altresì positivamente sulla competitività delle aziende e sulla qualità dei prodotti e dei servizi erogati. 

Cosa si può fare per iniziare a ridurre lo stress sul luogo di lavoro?

Offrire spazi di ascolto e confronto è essenziale per creare un clima lavorativo positivo. Quando i dipendenti si sentono parte attiva di un progetto e non semplicemente ingranaggi di un meccanismo, il senso di appartenenza cresce e si rinforza. Questo non solo migliora l’ambiente di lavoro, ma anche la qualità del lavoro stesso, contribuendo a una maggiore soddisfazione e a un ambiente collaborativo.

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